Quando una persona muore, i parenti a volte tengono i loro vestiti come ricordo oppure se possono li indossano per continuare a sentire vicina la persona cara, altri invece hanno paura di indossare tali abiti e scarpe, temendo l’energia negativa associata alla morte, che, a loro avviso, può diffondersi nel guardaroba di una persona.
Quindi è consigliabile indossare abiti di una persona venuta a mancare?
Se non tocchi superstizioni, esoterismo e religione, non c’è nulla di sbagliato in questo. Soprattutto se una persona non è morta per un’infezione particolarmente pericolosa, ma per qualcosa che non può essere trasmesso attraverso effetti personali. L’unica cosa che può danneggiare il nuovo proprietario di tali abiti sono i pensieri costanti che il suo ex proprietario è venuto a mancare e questo causa sofferenza.
Dal punto di vista del cristianesimo, non c’è nulla di sbagliato nell’indossare le cose dei morti, l’eccezione è la croce pettorale, che è una cosa puramente personale e deve essere sepolta con il defunto. Per quanto riguarda l’abbigliamento, i funzionari della chiesa non solo non lo sconsigliano, ma incoraggiano alla donazione degli effetti personali del defunto. Quindi la fede Cristiana non prende in considerazione la possibilità che una qualsiasi forma di energia della persona venuta a mancare lasci dei “residui” in particolare sugli indumenti, oggetti cioè dove il nostro DNA è più facile che vi sia rimasto depositato.
I musulmani in questo senso sono solidali con i cristiani. L’Islam prescrive che tutto ciò che rimane dopo la morte di una persona è diviso tra i suoi eredi, tuttavia, in molti paesi, inclusa la Russia, esiste la tradizione di distribuire le cose di una persona che è andata nel mondo ad altre persone bisognose, ma quasi sempre si raccomanda fermamente di lavare benissimo tutti gli indumenti e non è chiaro se solo per una ovvia questione igienica.
Veniamo ora cosa ne pensano gli Induisti e a parlarcene è un mistico molto apprezzato e conosciuto Sadhguru in questo breve video.
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